Come ricorda Lea Melandri, “Scuola senza fine” è il documentario a cui dobbiamo la conoscenza dell’esperienza di Affori, il Comune alla periferia di Milano in cui nel 1976 si sono aperti i corsi delle ‘150 ore’ (una conquista operaia che ha festeggiato quest’anno il suo cinquantenario). Nel caso specifico, i corsi, che hanno coinvolto una ventina di donne perlopiù operaie e casalinghe, intellettuali e non, sono continuati per 10 anni e hanno contribuito alla nascita nel 1987 della LUD (Libera Università delle Donne). Dalle parole delle protagoniste sappiamo che si parlava soprattutto della condizione dell’essere donna, delle ragioni per cui molte di loro si erano messe alla ricerca di un luogo in cui imparare. Imparare a dirsi, ad ascoltare, a capire il significato di parole nuove. In una modalità fino ad allora sconosciuta e all’interno di un chiaro processo di liberazione.
Il filmato si divide in due parti: una prima, in cui le protagoniste si incontrano per un momento conviviale; baci, abbracci e il cibo tipico degli incontri informali, espressione dell’amicizia e della complicità che si crea tra chi sta condividendo un momento fondamentale; la seconda dedicata agli scritti che quelle stesse donne, completata la scuola secondaria ma continuando a partecipare a seminari sulla letteratura, sul corpo, l’immagine, scrivevano. Donne che “…incoraggiate all’inizio da Lea e poi dalla scoperta di Freud, poi dalle altre insegnanti e da materie come scienza, filosofia, analisi dei linguaggi…riempivano pagine e pagine di blocchi e quaderni con le loro riflessioni e idee personali sulla cultura, su sé stesse, le loro famiglie, la natura e i loro sentimenti”.
Donne meravigliose, testimonianze fortunatamente sfuggite alla sorte di molte delle vicende trasformative di quegli anni. E questo grazie alla tenacia di Adriana Monti che nel 1983 lo porta a termine e alla LUD che oggi lo ripropone.
Consigliato da Letizia della Casa delle Donne di Parma