Il libro di Paola Ugolini, che ha per sottotitolo ‘per una rilettura non egemone della storia dell’arte’, è un’occasione per inquadrare la nascita e lo sviluppo di un’arte femminista come progetto storico e collettivo. E lo fa mettendo a fuoco le pratiche delle artiste che hanno operato in Italia dal primo dopoguerra ad oggi e che hanno fatto dell’arte un campo di soggettivazione e il mezzo per liberarsi di una pesante eredità patriarcale. “Tutto il cosmo è terreno critico per la teoria femminista…sperimentando una sistematica asimmetria fra il proprio silenzio e la parola maschile, le donne hanno imparato a conoscere sé stesse come oggetti di un racconto androcentrico”.
Una consapevolezza da cui nasce la questione della rappresentazione e della narrazione del Sé (condensata nel celebre ‘Io dico io’ di Carla Lonzi), un’istanza che rende il campo dell’arte una ‘fucina avanguardistica’ di immagini, storie e strategie rappresentative.
Ne fanno parte: Bice Lazzari, sostenitrice delle arti applicate, considerate minori dall’Accademia, per lei momento di passaggio per la libertà; Carol Rama che fa dell’erotismo un mezzo espressivo per un’identità che superi i rigidi limiti del costume; Carla Accardi che insieme a Carla Lonzi e Elvira Banotti scrive il Manifesto di Rivolta Femminile avvicinando all’arte la pratica dell’autocoscienza; Laura Grisi e Marinella Pirelli interpreti della sperimentazione audiovisiva che prende piede con la proliferazione dei nuovi media tra gli anni ’60 e ’70, dove “video e fotografia scalzano l’egemonia della pittura nelle arti visive e diventano strumento privilegiato di autoanalisi esistenziale”.
Poi ci sono la fotografia queer di Claude Cahun; le parole intrecciate di Greta Schödl; le performance di Marina Abramovic; i corpi materni stravolti di Jenny Saville; l’antropologia olistica e il dialogo con la natura di Elena Mazzi. E altro ancora.
Un libro ricco che traccia un percorso nella storia dell’arte filtrato attraverso le lenti del femminismo e della militanza che oggi si presenta come transfemminista, queer ed ecologica.
Consigliato da Letizia della Casa delle donne di Parma