ATTENZIONE! Il convegno è RINVIATO a data da destinarsi

Da sempre l’aborto è stato considerato un affare di donne costrette a farlo nella clandestinità , affidandosi a un fai da te solidale fra “sorelle” o gestito da mammane sprezzanti mettendo a repentaglio la propria vita. Oggi, benchè legalizzato in quasi tutto l’occidente, non potendo essere ignorato è sotto attacco perché sotto attacco sono le donne e i loro corpi :ne sono una drammatica testimonianza il n. sempre più alto di femminicidi ,violenze e sorprusi tali da essere ormai considerati una emergenza sociale

Una emergenza frutto di una cultura patriarcale difficile da estirpare (benché in crisi di identità ) che non riconosce le donne come soggetti etici e quindi responsabili delle proprie azioni capaci di scegliere e di autodeterminarsi

3/5 ORE AL GIORNO NON FANNO UNA GENITORIALITÀ CONDIVISA

Di violenza ostetrica e stereotipi sulla maternità | La notizia della morte del neonato all’ospedale “Sandro Pertini” di Roma (probabilmente soffocato dal corpo della madre, esausta e stanca dopo aver affrontato travaglio e parto e dopo aver più volte chiesto un aiuto nella gestione del neonato) ha aperto un vaso di pandora. Molte donne si sono sentite di dover in qualche modo condividere il proprio dolore comunicando prima di tutto a quella madre che la sua tragedia sarebbe potuta accadere a tutte, perché una gran parte delle donne che ha partorito negli ultimi anni ha fatto esperienza di quella che oggi prende il nome di violenza ostetrica

La tragedia di Anna

La tragedia di Anna, giovane puerpera crollata per sfinitezza sul suo bambino, probabilmente soffocandolo, è l’ultimo drammatico episodio di violenza subita da una donna. Stremata da 17 ore di travaglio e dal parto, Anna si è trovata da sola ad accudire il suo bambino, senza che l’ospedale in cui era ricoverata ritenesse di prestarle cura e assistenza, peraltro da lei richieste.

La vergogna della classe

di Cristina Quintavalla | E’ quella provata dai poveri e dalle classi lavoratrici negli Usa, rappresentati come falliti, incapaci, truffatori, pericolosi, parassiti, predatori, che preferiscono l’elemosina al lavoro.

Cimiteri

di Elisabetta Salvini | “Città a favore della vita”. Così si definiscono quei centri urbani che hanno destinato nei loro cimiteri aree adibite alla sepoltura dei feti.