Siamo a CASA! l’intervento di Elisabetta Salvini all’inaugurazione della sede della Casa delle Donne

“La Casa delle donne non è la sede della nostra associazione, non è il nostro ufficio, ma deve essere uno spazio aperto, condiviso, uno spazio di libertà, di ascolto non giudicante, di costruzione di relazioni. Uno spazio diverso da tutti gli altri, perché questo è uno spazio femminista e transfemminista, aperto a tutte le persone che lo vorranno abitare e che insieme a noi si impegneranno nella nostra quotidiana lotta al patriarcato”. l’intervento di Elisabetta Salvini.
https://voladora.noblogs.org/…/una-selvaggia-pazienza…/

INAUGURAZIONE! Finalmente la Casa ha una casa!

Dopo sei anni di attese, cortei, iniziative, festival, assemblee siamo emozionate nell’invitarvi sabato 31 maggio dalle 18 all’inaugurazione della Casa delle Donne di Parma in via melloni 1. Una Casa che sarà un posto dove stringere alleanze e fortificare resistenze. Un posto dove si potrà ritrovare il senso della collettività e dove ogni persona potrà sentirsi bene. Vi aspettiamo!

OLTRE – UN’INCHIESTA SULL’UNIVERSO INCEL ITALIANO – podcast di Beatrice Petrella (RayPlaySound) [ PODCAST]

Incel: abbreviazione dell’espressione inglese “involuntary celibates” (celibi involontari). Questo termine è stato coniato nel 1997 da una donna canadese che voleva creare uno spazio di supporto originariamente destinato sia a uomini che a donne che avevano difficoltà a trovare l’amore.
Ma negli ultimi anni l’universo incel, frequentato solo da uomini, ha adottato un comportamento maschilista, misogino e violento. Tra i loro idoli: Elliot Rodger che, nel 2014, uccise sei persone in California. Figlio di una famiglia benestante, aveva iniziato a odiare le ragazze: “Ho una macchina bellissima ma nessuna mi guarda”, scriveva sui vari forum. Da qui l’idea di pianificare una strage e poi il suicidio; e ancora George Sodini che uccise 4 donne a Bridgeville. Anche lui, come Rodger, aveva preannunciato su internet il suo intento esprimendo il suo odio verso le donne. Beatrice Petrella, l’autrice del podcast, decide di infiltrarsi tra di loro aprendo un profilo maschile per cercare di capire il motivo di tanta avversione. Interagisce con gli incel per otto mesi scontrandosi con linguaggi da suprematisti bianchi ed estremisti di destra: volontà di allungarsi gli arti o di volersi spaccare la mascella perché sia più virile, uso di espressioni offensive e violente nei confronti delle donne, colpevoli di impedire loro di essere felici.
Beatrice Petrella (classe 1996) è una giovane giornalista e podcaster che si sta distinguendo nel giornalismo investigativo.
Consigliato da Giovanna della Casa delle Donne di Parma

IL MIO GIARDINO PERSIANO di Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha [FILM]

Questa è la storia di due solitudini che si incontrano nel tempo dilatato di una notte a Teheran. Una donna che ha imparato a dire qualche ostinato “no” e desideranti, splendidi “sì”. Se c’è una cosa che la polizia morale iraniana teme è proprio questo tipo di libertà.
Esiste un’età per l’amore? E poi, che cos’è l’amore? Come nasce? E quanto può durare? Deve necessariamente essere determinato dal contesto sociopolitico, che può anche scegliere di farlo finire?
Questo film candidato al Goldener Bär del Festival Internazionale di Berlino del 2024 somiglia al suo protagonista: un giardino inizialmente buio poi gradualmente illuminato dalla sua bellezza. Una luce che resiste alla paura. Una dolce rivoluzione.
Consigliato da Martina della Casa delle donne di Parma

FREMONT – regia di Babak Jalali (2023) (RayPlay)[FILM]

Donya è una rifugiata afghana che vive a Fremont, California. A Kabul lavorava come traduttrice per l’esercito degli Stati Uniti ed è l’unica che è riuscita a fuggire. Ora lavora a San Francisco in una piccola azienda cinese dove confeziona biscotti della fortuna. Ma Donya non riesce a dormire e soffre di solitudine. Parla soltanto con i suoi vicini afghani e con la sua collega Joanna. Il suo vicino Salim, anche lui rifugiato, sapendo che lei è in lista d’attesa per una seduta dallo psicoterapeuta, le offre il suo biglietto per andare al suo posto.
Gli iniziali rimproveri del medico per questa prassi non ufficiale si scontrano con la testardaggine di Donya che vuole soltanto qualcosa che le permetta di dormire. Incominciano così le numerose sedute col dottor Anthony che faranno emergere il forte senso di colpa da sopravvissuta dovuto all’aver abbandonato una nazione invasa per trovare rifugio in quella dell’invasore. Inoltre, essere l’unica traduttrice donna non era stato neanche un vanto per i suoi genitori. Anzi, considerata lei una traditrice, la famiglia era stata oggetto di minacce. Ritiene ingiusto essere felice, innamorarsi mentre in Afghanistan la gente soffre. Anche quando, al lavoro, viene incaricata di scrivere le frasi contenute nei biscotti della fortuna, non riesce a trovare le parole “fortunate” proprio a causa di questo senso di malinconia e afflizione. Ma le conversazioni con Salim e con Aziz, il vecchio e saggio proprietario di un ristorante medio orientale, la incoraggiano a uscire da quella specie di vuoto che è diventata la sua vita.
La sceneggiatura del film è stata scritta dal regista Babak Jalali (iraniano) e da Carolina Cavalli (italiana), anche lei regista e sceneggiatrice, contribuendo ognuno con il proprio bagaglio culturale.
Consigliato da Giovanna della Casa delle Donne di Parma

LE SIGNORE NON PARLANO DI SOLDI di Azzurra Rinaldi- Ed. Rizzoli (2023) – [Libro]

Azzurra Rinaldi è un’economista femminista e direttrice della School of Gender Economics dell’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza, nonché attivista per i diritti delle donne. L’autrice attraverso una documentazione storica ampia e dettagliata ci racconta come i soldi siano una potente lente d’ingrandimento per capire le differenze di genere e disuguaglianze anche nel nostro mondo occidentale all’apparenza emancipato. L’occupazione femminile è sempre inferiore a quella maschile, tuttavia raramente si ricorda che a livello mondiale il 75 per cento delle attività di cura non retribuita è sulle spalle delle donne. Secondo una ricerca di Oxfam, nel 2019 il lavoro di cura non retribuito avrebbe prodotto ricchezza per l’equivalente di 11mila miliardi di dollari. Una cifra esorbitante che andrebbe considerata ogni volta che si parla di riforme economiche e di Pnrr. L’autrice affronta anche i temi della violenza economica, dell’emancipazione che indebolisce il sistema patriarcale e del suo impatto sulle donne. Invoca la sorellanza, una migliore rappresentanza e affronta parole “scomode”: piacere, potere e desiderio. Il suo linguaggio è fresco e pieno di riferimenti alla cultura pop ma anche accattivante e aiuta i più dubbiosi e poco motivati a comprendere il problema e le sue conseguenze sulla società nella sua interezza. Per ottenere i cambiamenti che meritiamo, abbiamo bisogno che tutti prendano coscienza del problema. È un invito per uomini e donne a mettersi in relazione e a trovare obiettivi condivisi, partendo dal presupposto che il sistema in cui tutti e tutte viviamo non è il migliore possibile.
Consigliato da Patrizia della Casa delle donne di Parma

Per “Life for Gaza”

Gratitudine e riconoscenza sono due parole radicalmente transfemministe, perché tengono insieme sentimento e pratica, in un agire che avvicina e unisce.
E noi oggi siamo così, grate e riconoscenti per aver potuto versare 425 euro da destinare all’associazione Life for Gaza e sostenere in questo modo chi continua a vivere ogni giorno le conseguenze dell’occupazione, dell’ingiustizia e del genocidio in Palestina.

I soldi sono stati raccolti venerdì 7 marzo, in occasione dell’intenso e toccante reading teatrale Col vento nei capelli, tratto dal libro di Salwa Salem e rappresentato al Circolo Arci Il Post. Durante la serata ci siamo riconosciute nella voce potente di Dalal Suleiman e abbiamo sentito nostra l’emozione di Ruba Salih, figlia di Salwa, capace di ricostruire una cornice narrativa che ci ha restituito la storia della sua mamma e ci portate dentro il dolore e la forza della diaspora palestinese, in un racconto di esilio, resistenza e autodeterminazione.

Grazie a tutte le persone che erano lì con noi.

Circolo Arci Post, Casa delle Donne, Donne in nero, Comunità Palestinese di Parma, Casa della Pace

Venerdì 7 marzo 2025 Circolo Arci Post

Venerdì 7 marzo, alle ore 20:30, ospiteremo al Circolo Arci Post, insieme alla Casa delle Donne di Parma, alle Donne in Nero di Parma e alla Comunità Palestinese di Parma il reading teatrale “una palestinese racconta” che mette in scena la storia e la vita di Salwa Salem, autrice del testo autobiografico “Col vento nei capelli. Una palestinese racconta” uscito postumo nel 1993, e tradotto in inglese, tedesco e portoghese
L’attrice Dalal Suleiman è la voce calda e forte di Salwa, nella cornice narrativa di Ruba Salih, figlia di Salwa.
Salwa era una donna palestinese. Nata a Yafa nel 1940, cacciata durante la Nakba del 1948 dalla sua città natale, cresciuta a Nablus, esiliata di nuovo nel 1967. Sullo sfondo della tela collettiva del popolo palestinese, la vita di Salwa si snoderà attraverso il mondo arabo e l’Europa: Kuwait, Siria, Arabia Saudita e Austria, prima di approdare in Italia dove Salwa si spegnerà prematuramente, a Parma, il 5 Marzo 1992.
Salwa incarna una storia di esilio e resistenza, di perseguimento dell’autodeterminazione femminile e nazionale. Il suo racconto offre una finestra sul significato più intimo e politico della identità palestinese e della sua diaspora.
Il reading teatrale, corredato di video, brani musicali e poesia, si chiude con il potente video della performer e poetessa Rafeef Ziadah: “Three Generations”, un toccante inno alla capacità di rimanere presenti delle donne palestinesi che resistono, generazione dopo generazione, alla pulizia etnica e alla violenza dell’occupazione israeliana.

Durante la serata sarà possibile devolvere offerte all’associazione Life for Gaza.

L’ingresso è gratuito e riservato all3 soc3 Arci.

Iniziativa organizzata da Donne In Nero Parma , Arci Post, Casa delle donne Parma e Comunità palestinese.

A fianco delle donne del Rojava

Tante donne al fianco delle sorelle del Rojava!
La Casa delle donne di Parma, insieme alle Donne In Nero Parma , si è attivata per raccogliere parte di queste firme e per diffondere la “Lettera aperta per una Siria democratica basata sulla libertà delle donne”!

Now is the time to strengthen the democratic forces in the Middle East, like the DAANES, and to stand with the women fighting for freedom, peace and democracy in Syria!

Per il diritto all’abitare

Appello al Signor Prefetto di Parma, ai Sigg. Sindaci, ai Cittadini, alle Associazioni dei proprietari, agli Enti, alle Istituzioni di Parma e del Parmense

Siamo le associazioni che sabato 11 gennaio a Parma, in piazza Garibaldi, hanno dato vita al presidio per ricordare e rendere omaggio a Miloud Mouloud, morto di freddo a Parma mentre dormiva all’aperto. Altre associazioni si sono qui aggiunte e vanno aggiungendosi.

Anche con questa lettera vogliamo segnalare che il numero di persone senza alcuna sistemazione alloggiativa dignitosa e sicura e alcun riscaldamento – cosa non secondaria viste le temperature di questi giorni – sta aumentando di giorno in giorno. Sono tanti. Le ragioni sono diverse, così come i profili delle persone che si trovano a subire questa grave violazione del diritto fondamentale alla casa: c’è chi è italiano e chi immigrato, chi viene da lunghe esperienze di grave marginalità e chi si trova per la prima volta a vivere in questa condizione, chi ha problematiche anche gravi di salute (pregresse o causate proprio dalla vita di strada), chi ha un permesso di soggiorno solido e solo qualcuno che è irregolare, c’è persino chi ha un lavoro e un reddito ma non riesce a trovare nessuno che gli affitti almeno una stanza e trovare un appartamento in affitto è impossibile: dorme all’aperto e da qui si reca al lavoro. Senza una casa si perde anche il lavoro. Il venir meno della casa è l’avvio del degrado.

Oltre coloro che dormono all’addiaccio dobbiamo considerare le tantissime persone che vivono in situazioni abitative estremamente precarie: ospitati da amici e/o connazionali in appartamenti sovraffollati, a volte a titolo gratuito, a volte dovendo corrispondere cifre anche molto elevate pur di non finire all’addiaccio; altri che non riescono ad avere un regolare contratto di affitto perché il proprietario preferisce percepire soldi in nero e non tassati, senza considerare non solo la violazione della legge ma anche le gravi ripercussioni che questo ha sull’ottenimento o il mantenimento dei documenti. Consideriamo anche ciò che è a tutti noto: il mercato non offre più appartamenti in affitto.

Dobbiamo ragionare in termini di umanità, di rispetto dei diritti fondamentali delle persone e anche di progressiva riduzione di discriminazioni e diseguaglianze. Questo ci richiede la legge. E se più eguali saremo anche più sicuri.

Abbiamo a riferimento un quadro giuridico preciso: la Dichiarazione universale dei diritti umani, 25, comma 1, “Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, (..)”; il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (Irescr), sottoscritto e ratificato dall’Italia, che pone obblighi al Governo italiano e al Parlamento. In particolare citiamo Irescr all’articolo 11: lo Stato italiano si è impegnato ad assicurare abitazioni adeguate a tutti coloro che sono presenti sul territorio. Impegno in troppi casi evidentemente disatteso. Perciò riteniamo pertinente rivolgerci al Signor Prefetto, anche in considerazione dei suoi poteri in caso di emergenza abitativa, quale certamente è la situazione sopra rappresentata.

Allo stesso tempo solo nel comune di Parma si conta un numero enorme di alloggi tenuti vuoti – addirittura di 16000 unità, secondo una stima autorevole – quando potrebbero essere utilizzati. Numeri altissimi si riscontrano anche in provincia (pur escludendo dal conteggio le seconde abitazioni).

Estendiamo l’appello anche ai Sigg. Sindaci e alle Associazioni di proprietari di alloggi.

Chiediamo anche ai privati, alle famiglie, agli enti religiosi e laici di mettere a disposizione posti letto e soluzioni abitative.

L’indisponibilità di appartamenti, persino di posti a pagamento in appartamento, e il lasciare che persone dormano all’addiaccio non è civiltà, è barbarie.

Le Associazioni:

Casa della pace
Ciac
Rete diritti in casa
Parma per gli altri
Associazione Al-Amal Aps
Mani
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
Donne in nero
Libera
Associazione Amicizia Italia Birmania Giuseppe Malpeli
Potere al popolo
Centro interculturale di Parma e Provincia
Tuttimondi
Coordinamento Pace e Solidarietà
Arte Migrante Parma
ASD La Paz Antirazzista
Azione Cattolica
Rete Kurdistan
Parma città pubblica
Gruppo Mission
Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII – Parma
Casa delle donne