Questo breve documentario, visibile sul canale ‘arte’, racconta la “rivolta personale” di 4 fumettiste arabe decise ad esprimere le proprie idee sul mondo partendo dal vissuto e utilizzando lo strumento a loro più congeniale: il disegno. Per alcune una carriera iniziata a ridosso delle primavere arabe; per tutte una sorta di enpowerment femminile ottenuto “matita alla mano”. Tunisi, Beirut, Casablanca, il Cairo sono le loro città e qui la macchina da presa le segue entrando nei loro atelier, mostrandole al lavoro, filmandole nei momenti di socialità e le accompagna mentre passeggiano nelle città distrutte dalla guerra o mentre sostengono il progetto di case editrici indipendenti pensate per dare una base più solida alle loro idee e al fumetto stesso.
La tunisina Nadia Khiari, nel 2011, dopo aver vissuto per 23 anni sotto la dittatura, si accorge di potersi finalmente esprimere senza censura, di poter rinascere “come un neonato al suo primo vagito”. La libanese Lena Merhej, madre tedesca, padre libanese, nata in Germania ma cresciuta a Beirut durante la guerra civile, assiste alla distruzione della sua città e la racconta per “trovare una logica a tutto quel caos”. La marocchina Zainab Fasiki, femminista e attivista in una società conservatrice, ispirata dal corpo femminile nudo che scopre da piccola andando al hammam, si rifiuta di nasconderlo e crea una supereroina senza veli che fa del corpo un messaggio e si prende la sua libertà. L’egiziana Deena Mohamed, sedicenne durante la primavera araba, si rende conto di avere delle opinioni e di volerle esprimere. Inventa così il personaggio di Qahera, una supereroina con abaya e niqab che utilizza i superpoteri per difendere le donne. Una rivolta personale che è anche collettiva e capace di superare i confini.
Consigliato da Letizia della Casa delle donne di Parma