Di Rebecca Solnit (2014)  [LIBRO]

«Io credo che la nostra comprensione della misoginia e della violenza contro le donne migliorerebbe alquanto se considerassimo l’abuso di potere come un’unica realtà, invece di trattare la violenza domestica come cosa distinta dallo stupro, dall’omicidio, dalle molestie e dalle intimidazioni, sul web, a casa, sul luogo di lavoro e per strada: visto nel suo complesso, lo schema è chiaro».
Il libro è una raccolta di articoli scritti tra il 2008 e il 2014. Il filo conduttore è la sopraffazione maschile in ambito economico, politico, giuridico e sociale.
L’autrice analizza alcune notizie di cronaca dimostrando che gli atti di violenza non sono “casi straordinari” ma la punta dell’iceberg di un problema culturale, strutturale e sistemico.
Il termine mansplaining è nato dopo la pubblicazione di questo testo e indica l’atteggiamento paternalista, presuntuoso e saccente con cui si tende a invalidare l’esperienza e la professionalità delle donne.
Il costante invito al silenzio, citando Solnit, “Per noi è un addestramento all’insicurezza e all’autolimitazione, mentre gli uomini tengono in esercizio la propria immotivata tracotanza”. La svalutazione che sperimentiamo quotidianamente non è attribuibile a delle lacune personali ma il risultato di secolari discriminazioni di genere.
Il mansplaining si inserisce all’interno di un fenomeno complesso che riguarda il diritto di parlare, di essere ascoltate, di esistere e di vedersi riconosciute in possesso di verità.
La nostra credibilità, nella vita pubblica e privata, è profondamente compromessa, seppur questo e molti altri atteggiamenti prevaricatori siano socialmente accettati.
Il femminismo è il tentativo di decostruire una mentalità radicata nella maggior parte delle culture del mondo, nelle famiglie e nelle istituzioni.
Consigliato da Denise della Casa delle Donne di Parma