di Emilienne Malfatto – Sellerio, 2022, [Libro]

“Nasciamo nel sangue, diventiamo donne nel sangue, partoriamo nel sangue. E altro sangue, adesso. Come se la terra dell’Iraq avesse ancora sete di morte, di sangue, di innocenza”.
Sulle rive del fiume Tigri, nel sud dell’Iraq, una ragazza si accorge di essere incinta. La più grave delle colpe: ha fatto l’amore prima del matrimonio con il suo fidanzato, morto subito dopo sotto le bombe. Adesso sa che deve morire. Lo vuole la famiglia, la tradizione e il dominio maschile. “L’onore è più importante della vita. Da noi, è meglio una ragazza morta che una ragazza madre”. L’attesa della morte è raccontata in prima persona dalla giovane “impura”, a cui fanno da coro le voci dei suoi familiari: la madre, la sorellina, il fratello più tollerante e quello che sarà il suo assassino. Ciascuno spiega le allucinanti motivazioni di questa esecuzione femminicida.
85 pagine intense pervase da un conflitto tra umanità e crudeltà verso una ragazzina che vuole continuare a vivere ma che non potrà farlo perché vittima di un regime secolare di sottomissione.
Il romanzo è scandito da brevi passi dell’epopea di Gilgamesh e dalla “voce” del Tigri, testimone dei drammi del paese.
Emilienne Malfatto (1989) è una scrittrice, giornalista e fotoreporter francese. “Il lamento del Tigri”, con cui ha vinto il Premio Goncourt, è il suo primo romanzo.
Consigliato da Giovanna della Casa delle Donne