POESIE (1974-1992) di Patrizia Cavalli (Einaudi, 1992) [Libro]

Lei, Patrizia Cavalli, è una poeta. È nata nel 1947 e quindi è coetanea di tante di noi. La sua esperienza poetica si intreccia strettamente con la seconda ondata del femminismo in Italia: il femminismo

della differenza. Cioè “la singolarità incarnata e vivente dell’essere umano (la donna) nelle sue concrete relazioni sociali e sessuali”. Per questo, estendendo i termini, la si può definire una poeta “femminista”. Sfogliando le sue poesie leggiamo di relazioni d’amore, di eros, di quotidianità tra donne (“Se ora tu bussassi alla mia porta e ti togliessi gli occhiali, e io togliessi i miei che sono uguali e poi tu entrassi dentro la mia bocca senza temere baci diseguali e mi dicessi “Amore mio, ma che è successo?”, sarebbe un pezzo di teatro di successo”) fra valige, magliette, mutande, pranzi fatti e non fatti. Fra quotidianità e vita il suo sguardo si amplia alla società, alla politica (“Le mie poesie non cambieranno il mondo”) fino al doloroso poema “La Patria”.

Per molte di noi leggere le sue poesie è sfogliare la trama della nostra vita. Per le altre, le più giovani che non erano ancora nate e che vogliono imparare questa storia, conoscerla e conoscerci. Il tutto in un linguaggio poetico, colto e tuttavia semplice. Qualcuno lo ha definito “pop”. Potente e stupendo.

Patrizia Cavalli lo scorso anno ha scritto il suo primo libro di prose: “Con passi giapponesi” che è stato finalista al premio Campiello. È bellissimo.

Leggetela e leggetelo.

Consigliato da Lina della Casa delle donne di Parma.