Questo breve saggio dedicato al “poliamore” – nuovo modo di configurare le relazioni affettive ed espressione di una crisi del modello tradizionale di famiglia dovuta all’emergere di nuove soggettività di segno comunitario – nasce dalla necessità di avere un libro che si occupi delle non monogamie in modo semplice, da un punto di vista radicale e in italiano, poiché la letteratura esistente è per lo più scritta nella lingua dei paesi in cui questa esperienza è nata o si è maggiormente diffusa (Stati Uniti, America Latina e infine Europa). Un saggio che fornisca, anche attraverso la definizione di un nuovo lessico, uno strumento per informare, creare senso di comunità, scongiurare l’ansia performativa e fare rete. Una “rete di cura” possibilmente, materiale ed emotiva, che sia di supporto nei processi non lineari di decostruzione della mononormatività. Perché, pensare che poliamorici si nasca (“born this way”) rischia di compromettere il “processo attivo” di cambiamento e critica. Finalità di questo testo è anche quella di mettere in discussione l’organizzazione del nostro sistema relazionale insieme agli altri sistemi che dominano la nostra vita: patriarcale, economico, politico, di sesso/genere. L’esclusività e la competizione ad esempio, fondamentali nel sostenere il sistema monogamo, si inseriscono perfettamente all’interno del sistema capitalistico così come il “noi/loro” della politica.
Suddiviso in brevi capitoli dedicati rispettivamente alla monogamia e alla normatività relazionale, all’amore romantico, all’esperienza italiana, allo stigma sociale cui il poliamore è sottoposto, il libro si chiude, come da premessa, con una proposta radicale che rifiuta l’istituzionalizzazione delle relazioni, sostiene l’assenza di gerarchie, mette al centro il consenso e la cura reciproca, e contrasta la competizione.
Un testo collettivo che invita a conoscere prima ancora di pensare a creare spazi di inclusività.
Consigliato da Letizia e Enrica della Casa delle donne di Parma