La regista Wanuri Kahiu è stata insignita del premio Città di Venezia nel 2011. Premio che ogni anno, in occasione della Mostra internazionale d’arte cinematografica, viene assegnato a un/a cineasta dell’Africa o di altri continenti del sud del mondo. Il film Vite Parallele, pone una domanda: “cosa sarebbe successo se”, questione che apre a riflessioni sul destino e sul libero arbitrio. La realtà delle alternative, tanto usata in altri film a tema e.g. Sliding Doors, è l’elemento dominante utilizzato dalla regista. La protagonista Nathalie, interpretata dalla talentuosa Lili Reinhart, una volta ottenuta la laurea, vuole realizzare il suo sogno nel cassetto: quello di trasferirsi a Los Angeles insieme alla sua amica Cara, per farsi strada nel mondo dell’animazione. Una notte di sesso con il suo migliore amico Gabe biforca il suo destino: in un caso si ritrova con un test di gravidanza positivo che la costringe a vivere con i genitori per crescere il figlio come madre single; nell’altro, Nathalie non è incinta e continua la sua vita verso il successo e l’amore. Il racconto delle due vite è dinamico e gradevole con riprese e movimenti di scena alternati e con una sottotrama romantica che non dimentica l’ottica inclusiva. La regista ironizza sottilmente sugli stereotipi di genere, sulla presunta dicotomia tra la carriera e la maternità. Più il film si inoltra nei meandri della trama più le due realtà divergono ma presentano diversi punti di contatto in cui in modo sottile si chiarisce che la gravidanza non può e non deve influenzare il percorso umano e lavorativo di una donna. Non sentiamo mai la fatica di Nathalie nel crescere un figlio quasi da sola, né percepiamo gli inevitabili sacrifici economici a cui è costretta una stagista in una metropoli come Los Angeles.
Un’’opera gradevole che si distingue rispetto alla media dei film originali delle piattaforme per la sua vitalità e per la leggerezza con cui si approccia a tematiche complesse e delicate.
Consigliato da Patrizia della Casa delle donne di Parma