di Valentina Grande e Eva Rossetti. Ed. Centauria 2022 – (Graphic Novel)

Valentina Grande e Eva Rossetti, già autrici di “Feminist Art”, fanno una nuova incursione nel mondo dell’arte per presentare ad un pubblico più vasto Gertrude Stein, importante intellettuale della prima metà del Novecento.
Nata nel 1874 in Pennsylvania da una ricca famiglia ebrea di origine tedesca, Stein, affascinata dalla cultura europea e con velleità artistiche, nel 1907 si trasferisce con il fratello Leo a Parigi. Qui, in Rue de Fleurus 27, ogni sabato sera, insieme alla compagna Alice B. Toklas, riceve nel suo salotto i più interessanti artisti dell’epoca: Henri Matisse, Ezra Pound, Pablo Picasso, Sherwood Anderson, Ernest Hemingway, Georges Braque, la generazione diventata adulta durante la prima guerra mondiale e da lei definita perduta. “Noi, generazione infranta dalla guerra, corrotti dalla disillusione, come potevamo dimenticare l’estasi delle sere a casa Stein” fa dire Valentina Grande a uno dei personaggi, raccontando così anche dell’influsso positivo che lei aveva su di loro: collezionando quadri o confrontandosi sulla scrittura come con Hemingway che le sottoponeva i testi, preoccupato di quello che avrebbe potuto scrivere sul suo conto. Un giudizio molto autorevole il suo che però non ha avuto il giusto riconoscimento. Tutti loro sono diventati famosi, non altrettanto lei che pure è stata in quel momento “anello di congiunzione tra arte e letteratura, fra America e Francia durante le Avanguardie del Novecento, tra passioni personali e questioni di genere”.
Solo una musa, un anfitrione? O una donna libera in grado di perseguire le proprie passioni facendo scelte non convenzionali? Il libro, con le belle illustrazioni di Eva Rossetti fedeli all’estetica del tempo, dà alcune risposte.
Consigliato da Letizia della Casa delle donne di Parma