Il docufilm, reperibile su Raiplay, racconta dell’esperienza nata nel 1999 a Torino da un gruppo di amici che decidono di riunirsi periodicamente per parlare di emozioni e vissuti, al fine di essere più felici come uomini. Nel 2004 si è poi costituita un’associazione che da allora collabora con il Comune di Torino per percorsi di prevenzione della violenza sulle donne.
Il film dà voce agli uomini, partendo dalle loro riflessioni individuali che divengono poi collettive.
Un uomo racconta dell’ aggressività verso una compagna che lo domina, un altro della rabbia di fronte alla moglie che decide di abortire contro il suo parere, un altro ancora parla del suo modo di uscire faticosamente da una relazione finita. Le immagini alternano riprese degli uomini del cerchio ad altre in bianco e nero con scene di vita familiare degli anni 50-60.
“Mio padre era assente e giudicante, insomma un tipico padre anni ‘60”. I modelli del passato vengono analizzati ma non è semplice indicare e percorrere una strada nuova, ci si sente diversi ma non si sa come fare. Una cortina di ferro pare bloccare gli uomini, che aspirano però ad esprimere sentimenti e vogliono piangere, come non è stato mai permesso loro di fare.
La regista con discrezione li ascolta, cerca di cogliere il senso delle loro esperienze e della loro ricerca di emozioni e relazioni con l’altro e con il femminile.
Davvero toccante il laboratorio teatrale finale, nel quale il pubblico è chiamato ad entrare in scena e ad indicare nuove soluzioni.
Consigliato da Daniela della Casa delle donne di Parma