Martedì 13 febbraio, la Casa delle donne ha incontrato le ragazze ed i ragazzi di 5 classi di terza media delle scuola secondaria di primo grado di SorboloMezzani.

L’occasione è stata l’incontro durante il quale Elisabetta Salvini ha dialogato con le/gli studentə di stereotipi, linguaggio, amore romantico, violenza e della necessità di stringere alleanze tra persone e di poter contare su un ascolto non giudicante.

Un bell’incontro molto partecipato: le domande sono state davvero tante e ricche di interesse, di voglia di comprendere. Abbiamo pensato fosse giusto riportarle in un articolo, per condividere la nostra posizione: è fondamentale lavorare con le scuole, creare incontri che facciano emergere le personalità, i dubbi e gli interessi degli studenti per temi importanti che li riguardano da vicino: rispetto delle diversità, educazione all’affettività, gestione delle relazioni, identità di genere, sessualità, contraccezione, violenza di genere. Siamo convinte che servano sempre più punti d’incontro tra scuola e associazioni, enti e persone che si occupano di queste tematiche e non in maniera saltuaria, ma attraverso percorsi e programmi continuativi.

Le ragazze ed i ragazzi presenti hanno fatto tante domande: è bello vedere come, anche in questi giorni cupi di guerra e violenza, i giovani sappiano avere consapevolezza e pensiero critico. Abbiamo deciso di riportarle qui.

La Classe 3°A ci ha chiesto:

  • Come nasce uno stereotipo di genere?
  • Perché lo stereotipo di genere è così radicato nella società?
  • Come ha fatto lo stereotipo di genere nel tempo a radicarsi, senza che questa capisse che è una semplificazione dell’essere umano?

La Classe 3°B ci ha chiesto:

  • Quante donne chiedono aiuto e quante continuano a farlo anche se hanno denunciato e non sono state ascoltate?
  • Le donne sono viste come meno forti, ma anche come più furbe degli uomini, quando sono nate queste opinioni?
  • Ultimamente è migliorata la situazione delle donne, visto che se ne parla molto?
  • Se uomini e donne insieme mettono al mondo la vita, poi perché non continuano ad essere uniti tra loro?
  • Perché sono sempre le donne vittime di violenza sessuale?

La Classe 3°C ci ha chiesto:

  • Perché ancora oggi tante donne che subiscono violenza non denunciano i fidanzati o i mariti? Perché tanta paura? Forse perché non si sentono abbastanza tutelate/protette?
  • Perché tanti femminicidi in questi ultimi anni? Le violenze domestiche ci sono sempre state? Oggi la situazione delle donne in famiglia è migliorata rispetto al passato?
  • Perché nei Paesi del Sud del mondo c’è ancora tanta disparità di genere? Spose bambine in India e Africa, divieto di frequentare la scuola per bambine e ragazze in Pakistan, violenze e arresti per le donne che si rifiutano di portare il velo in Iran…
  • Qual è l’origine degli stereotipi di genere? Ci sono sempre stati? Perché?

La Classe 3°D ci ha chiesto:

  • Perché si è interessata così tanto alla parità di genere, tanto da diventare presidente de La casa delle donne di Parma?
  • Di che cosa si occupa la sua associazione?
  • Cosa pensa dell’uso del maschile prevalente nella lingua? Perché è importante cambiare anche il linguaggio?
  • Qual è il confine tra gelosia e violenza?

La Classe 3°E ci ha chiesto:

  • Per lei cosa rappresenta il centro antiviolenza?
  • Quali sono i segnali della violenza domestica? Come si può aiutare una donna a riconoscere di essere vittima di violenza domestica e quindi a denunciare?
  • Possono le disparità in ambito lavorativo essere motivo di violenza, anche ad esempio di tipo psicologico?
  • Quali sono le cause della violenza di genere?
  • Cosa l’ha spinta a fondare, con altre donne, la Casa delle Donne di Parma?
  • È mai venuta a contatto con persone che hanno subito violenza domestica?
  • Lei ha mai subito atti di violenza?

Tutte queste domande ci sono sembrate segno di grande maturità da parte degli studenti e studentesse così giovani. Ci fanno capire che sentono il bisogno di confrontarsi su questi temi, che per loro sono importanti, che li vivono quotidianamente nelle loro vite. Alle domande che invece abbiamo posto noi, hanno risposto tanti maschi, tutti parecchio coinvolti.

Questo incontro ci ha lasciato un senso di speranza per il futuro, nonostante il presente sia così buio: proprio lo stesso giorno di questo incontro che ci ha dato tanta gioia e speranza, è avvenuto un duplice femminicidio. Due donne, madre e figlia, sono morte per mano di un finanziere di 27 anni, incapace di gestire la fine di una relazione.

La strada da fare è ancora lunga, ma è da qui che si deve partire: dalle nuove generazioni.